Guidato da una grande fiducia nell'importanza del lavoro in campagna, sostituì il sistema di allevamento a pergola trentina, la cui resa di uva si aggirava intorno ai 200 q.li/ha, con il sistema guyot, ottenendo una resa per ettaro dai 50 ai 60 quintali. Il Lambrusco a foglia tonda, il Marzemino ed il Teroldego lasciarono il posto a ciò che avrebbe permesso di ottenere la migliore espressione in Italia del taglio bordolese al di fuori del territorio di Bordeaux:
Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon e Merlot.
Il lavoro in cantina rimase pertanto quello tradizionale della vinificazione in grandi vasche di cemento piuttosto che di inox, ed è lo stesso che ancora oggi ritroviamo.
La collaborazione di Giacomo Tachis, enologo tra i più importanti del nostro paese e colui che per primo importò in Italia la filosofia del taglio bordolese, contribuì notevolmente alla riuscita di questa impresa.
Attualmente l'enologo che cura la produzione del S.Leonardo è Carlo Ferrini: il 2002 è stata la sua prima vendemmia anche se già quest'anno si potrà degustare il suo primo taglio del S.Leonardo.
"Amante della terra e della campagna" così lo ha definito il Marchese Anselmo Guerrieri Gonzaga,
Tra le parole del Marchese trapela costantemente, quasi come prerogativa essenziale per la riuscita del S.Leonardo, l'importanza di vivere la terra e del rispetto verso quello che essa offre. Il Terroir ha infatti svolto un ruolo fondamentale nella continuità di questo vino negli anni
I terreni sabbiosi per il Cabernet franc e Cabernet Sauvignon e ciottolosi per il Merlot sono determinanti affinché il vino possa esprimere quei caratteri unici che in quella determinata zona del Trentino, la Val Lagarina, si identificano come simbolo di tipicità.
Un altro fattore altrettanto importante è il microclima. Le forti escursioni termiche tra il giorno e la notte contribuiscono infatti a rinforzare le bucce degli acini e, di conseguenza, a rendere gli aromi più intensi.
Le condizioni climatiche non sono sempre però così favorevoli da permettere una perfetta maturazione delle uve. In questi casi, il forte impegno dell'Azienda verso il consumatore e la serietà nella ricerca perenne della qualità, spingono l'Azienda a saltare delle produzioni (quelle uve saranno destinate ad altre cantine).
Questa breve premessa sull'Azienda vitivinicola, presentata con infinita disponibilità da parte del Marchese Anselmo Guerrieri Gonzaga, ci hanno introdotto alle degustazioni del S.Leonardo: un prodotto di grande personalità che nella sua eleganza, raffinatezza ed unicità non fa che rispecchiare la nobile natura del suo produttore.
Grande concentrazione antocianica. Anche se ancora chiuso, lascia trapelare una longevità
Il cabernet e il Merlot definiscono i caratteri tipici delle uve con le loro note vegetali e fruttatte del cassis e ribes nero, che diventano quasi sciroppo di ciliegia.
La vaniglia del legno denota l'evoluzione che ci sarà nel tempo.
Il tannino è morbido e con note setate.
L'elevata acidità darà longevità al vino e, naturalmente non manca la sapidità legata al territorio.
Annata un po' contraddittoria nelle diverse parti d'Italia.
Per il S.Leonardo, le frequenti precipitazioni, le temperature poco elevate e la poca presenza del sole hanno contribuito a rendere il vino elegante. Nonostante le condizione atmosferiche piuttosto incerte, l'uva ha comunque raggiunto un grado di mauturazione perfetta. La vendemmia è terminata infatti nel mese di ottobre.
Di grande carica antocianica, all'olfatto la nota vegetale lo accomuna all'annata del 1997 anche se completata da sensazioni balsamiche e mentolate.
La nota di confettura conferma una maggiore evoluzione del vino che al palato risulta equilibrato. Il tannino estremamente morbido rende il vino pronto da bere.
Ottima annata per il S.Leonardo. Nonostante la presenza del sole le temperature non sono state eccessivamente elevate ed il vento che soffia dal Garda asciugando le viti ha contribuito favorevolmente al successo di questa annata.
Complesso all'olfatto : prevalgono note di frutta matura, come la prugna, morbida ed avvolgente; di erbe aromatiche e di spezie, come la cannella.
A differenza dell'annata 1997, il vino ha cominciato a metabolizzare le note di vaniglia del legno, trasformandole in profumi eterei : l'evoluzione ha fatto il suo corso!
Le piogge durante l'invaiatura facevano presagire un'annata non da grandi risultati
Il vino è una sostanza estremamente viva e la maestria dei grandi enologi sta proprio nell'individuare l'evoluzione del vino negli anni.
Quest'annata è stata riscoperta come quasi fosse avvenuto un miracolo.
Il colore si presenta con una curva evolutiva: nota granata sempre più accentuata quasi a diventare aranciata.
Inizia il processo di terziarizzazione.
La confettura di prugna emerge come nota prevalente del fruttato ma non manca uno splendido richiamo alle note speziate e tostata del cioccolato, del cacao e del tabacco dolce che acquisiscono sempre maggiore intensità. Il tannino, leggermente più presente rispetto al 1995, lascia un retrogusto amarognolo.
L'annata piovosa fino al mese di maggio e molto secca successivamente, ha fatto sì che le uve arrivassero ad una maturazione ideale alla vendemmia.
Dal colore aranciato il vino si presenta con una compattezza che continua a mantenere nel tempo.
Il processo di terziarizzazione è qui espresso alla massima potenza.
All'olfatto si esprime con note di confettura molto profonde, balsamiche e speziate molto ampie, dando l'idea di un vino che può ancora crescere.
Alcun segno ossidativo e presente.
Al gusto possiede grande energia e molto da cedere dal punto di vista del corpo e della struttura.
Il tannino, sicuramente tra i superiori, ha bisogno ancora di qualche anno di fronte a sé per metabolizzare in bocca.
E' un'annata di grande impatto, gradevolezza e piacevolezza.
L'eleganza, prerogativa del S.Leonardo, la ritroviamo inevitabilemente nell'annata 1987.
Un vino che oggi non può essere definito in evoluzione, rivela quasi misteriosamente la
sua espressione
Ancora molto gradevole, di ottima struttura, è intenso e di buona persistenza finale.
Lievissime note ossidative confermano che è oggi all'apice con i suoi profumi.
Cristina Miele & Oscar Sperindio